Valutazione di sostenibilità
 
 

1.4 La VIncA - Valutazione di Incidenza Ambientale

 

Riferimenti normativi nazionali sulla VIC
L'articolo 6 del D.P.R. 120/2003, che modifica e integra il D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche", disciplina la valutazione di incidenza (VIC). Tale decreto recepisce la Direttiva 92/43/CEE, la cosiddetta direttiva "Habitat".
Il principio generale di riferimento è contenuto nel comma 1 del citato articolo: "… nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione". Il comma 2 entra nel dettaglio delle prescrizioni e stabilisce che devono essere sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. Nel comma 3, infine, si sottolinea che la procedura deve essere estesa a tutti gli interventi non direttamente necessari alla conservazione delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000 e che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi.
I Piani devono quindi essere accompagnati da uno Studio di incidenza, redatto in conformità a quanto previsto dall'allegato G del D.P.R. 357/97, atto a individuare e valutare gli impatti che il proprio piano o intervento potrebbe avere sul sito interessato. Tale Allegato G indica che, all'interno dello Studio di Incidenza, il Piano debba essere descritto con riferimento, in particolare:

  • alle tipologie di azioni e/o opere;
  • alle dimensioni e/o ambito di riferimento;
  • alla complementarietà con altri piani e/o progetti;
  • all'uso delle risorse naturali;
  • alla produzione di rifiuti;
  • all'inquinamento e disturbi ambientali;
  • al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate.


Nello Studio devono essere descritte le interferenze del Piano sulle componenti abiotiche, biotiche e le connessioni ecologiche e si deve tenere conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell'ambiente naturale, con riferimento minimo alla cartografia del progetto CORINE LAND COVER.
La guida metodologica, "Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC", redatta da Oxford Brookes University, per conto della Commissione Europea, DG Ambiente, delinea il percorso logico della valutazione d'incidenza. Tale guida è disponibile in una traduzione italiana, non ufficiale, a cura dell'Ufficio Stampa e della Direzione regionale dell'ambiente Servizio VIA - Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dal titolo "Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della rete Natura 2000. Guida metodologica alle disposizioni dell›articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat" 92/43/CEE".
Il percorso si sviluppa come analisi e valutazione progressiva secondo una successione in quattro fasi principali: la valutazione di screening, la valutazione appropriata, la valutazione delle soluzioni alternative, la valutazione in mancanza di soluzioni alternative. In particolare, le fasi citate sono così dettagliate:

  • Valutazione di screening: in questa fase si esaminano i probabili impatti del progetto sul sito Natura 2000 e se ne valuta la significatività. Qualora si identifichi una possibile incidenza significativa si passa alla realizzazione di una valutazione d'incidenza completa;
  • Valutazione appropriata: gli impatti del progetto sono considerati in relazione agli obiettivi di conservazione del sito ed alla sua struttura e funzionalità ecologica e l'analisi comprende l'individuazione delle misure di compensazione eventualmente necessarie;
  • Valutazione delle soluzioni alternative: questa fase consiste nell'esaminare le possibilità alternative di raggiungere gli obiettivi del progetto evitando impatti negativi sull'integrità del sito;
  • Valutazione in mancanza di soluzioni alternative: in assenza di soluzioni alternative e qualora esistano motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (salute umana, sicurezza pubblica, ambiente) che impongano la realizzazione del progetto, vengono esaminate le misure necessarie per compensare il danno arrecato all'integrità del sito e quindi per tutelare la coerenza globale della rete Natura 2000.


Le indicazioni sul percorso non sono vincolanti e lo svolgimento di tutte le attività dipende, ovviamente, dal contenuto informativo e valutativo emerso in ciascuna fase.

In merito alla verifica (screening), le note del MATTM sulla procedura, indicano i seguenti passaggi:

  • verifica se il Piano è direttamente connesso alla gestione del sito;
  • descrizione del Piano, intesa come individuazione di tutti gli elementi suscettibili di determinare una incidenza significativa sugli obiettivi di conservazione del sito e individuazione degli effetti congiunti di altri Piani, con indicazione degli elementi da considerare (dimensione, entità, superfici occupata, cambiamenti fisici, fabbisogno di risorse, emissioni, rifiuti, trasporti, durata delle fasi di cantiere, periodo di attuazione del Piano, distanza dal sito, impatti cumulativi)
  • descrizione delle caratteristiche del sito;
  • valutazione della significatività dei possibili effetti (perdita di aree di habitat, frammentazione, perturbazione, cambiamenti negli elementi principali del sito.

 

Il passaggio alla successiva fase di valutazione appropriata non è richiesto quando si ha la ragionevole certezza che il Piano non avrà incidenza significativa sul sito.
Per quanto attiene alla valutazione appropriata, sempre come indicato in note del MATTM, si tratta di valutare se il Piano possa avere un'incidenza negativa sull'integrità del sito appartenente alla Rete Natura 2000, assumendo, quali riferimenti, gli obiettivi di conservazione, la struttura e la funzionalità del sito. Gli aspetti da considerare sono ricondotti ai seguenti:

  • verifica della completezza dei dati raccolti nella prima fase e integrazione eventuale per rispondere alle informazioni richieste,
  • determinazione del tipo d'incidenza derivante dall'attuazione del Piano a partire dall'elencazione degli effetti secondo tipologie (diretti o indiretti; a breve o lungo termine; in fase di realizzazione, di esercizio-operatività, di smantellamento; isolati, interattivi, cumulativi) e con successiva restituzione mediante metodi di calcolo diretto o indiretto;
  • verifica della relazione tra i possibili impatti e gli obiettivi di conservazione ovvero stabilire se si possono determinare incidenze negative sull'integrità del sito, a partire dai fattori ecologici complessivi (habitat), passando poi al disturbo alle popolazioni (distribuzione e densità di specie chiave), e definire la maggiore o minore significatività dell'incidenza, assumendo il principio di precauzione;
  • individuazione delle misure di mitigazione per ridurre gli effetti negativi o eliminarli, che possono essere legate ai tempi di realizzazione, al tipo di strumenti e interventi da realizzare, alle zone dove non consentire l'accesso, all'uso di specie vegetali.


In ultimo si ricorda la Comunicazione della Commissione della UE, intitolata "Gestione dei siti Natura 2000 - Guida all'interpretazione dell'articolo 6 della direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat)", che fornisce alcuni chiarimenti in ordine all'ambito di applicazione, all'incidenza significativa, alla "opportuna valutazione", alle misure di mitigazione e a quelle compensative.


La normativa regionale sulla VIncA
La D.G.R. 1191/2007 approva quattro allegati che contengono, in sintesi: gli indirizzi per la predisposizione delle misure di conservazione; le Linee Guida per la presentazione dello Studio di incidenza e la valutazione di piani, progetti e interventi; gli indirizzi procedurali per l'individuazione di nuovi SIC e ZPS; gli indirizzi per lo svolgimento del monitoraggio delle valutazioni effettuate. Per quanto attiene alle Linee Guida, nell'Allegato B, si definisce l'iter procedurale, articolato nei seguenti quattro livelli: fase di pre-valutazione; fase di valutazione di incidenza; fase di analisi delle soluzioni alternative; fase di definizione delle misure di compensazione Le Linee Guida contengono i criteri per effettuare la valutazione di incidenza di piani, progetti e interventi e in particolare sono definiti i criteri di valutazione della significatività dell'incidenza, le tipologie di effetti, gli indicatori per la valutazione della significatività dell'incidenza nonché i criteri d'impostazione delle soluzioni alternative e infine le tipologie e condizioni di applicazione delle misure di mitigazione e di compensazione.
Il citato Allegato B, nello Schema n. 1, definisce i contenuti dello Studio di incidenza per i piani o i progetti (P/P), che si articola nei seguenti punti:

  • dati generali del P/P;
  • motivazioni del P/P;
  • relazione tecnica descrittiva degli interventi;
  • relazione tecnica descrittiva dell'area d'intervento e del sito;
  • descrizione delle interferenze tra opera/attività previste e il Sistema ambientale (habitat e specie);
  • valutazione della significatività dell'incidenza ambientale del P/P;
  • indicazione di eventuali ipotesi progettuali alternative;
  • indicazione di eventuali misure di mitigazione;
  • indicazione di eventuali misure di compensazione;
  • conclusioni;
  • allegati tecnici.


In merito ai criteri per la valutazione della significatività dell'incidenza di un piano, progetto o intervento, si riprendono, in sintesi, le indicazioni contenute nella Tabella O di cui al citato Allegato B:

  • può comportare un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di conservazione per i quali è stato individuato il sito;
  • può vanificare o ridurre i progressi ottenuti per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione per i quali è stato individuato il sito;
  • può eliminare o ridurre i fattori che contribuiscono a mantenere il sito in uno stato soddisfacente di conservazione;
  • può interferire con l'equilibrio, la distribuzione e la densità degli habitat e delle specie principali che rappresentano gli indicatori delle condizioni favorevoli del sito;
  • può provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che determinano le funzioni del sito;
  • può modificare le dinamiche delle relazioni che determinano la funzionalità e la struttura del sito;
  • può interferire con le dinamiche naturali degli ecosistemi naturali o seminaturali;
  • può determinare l'interruzione di reti o corridoi ecologici;
  • può determinare la riduzione della superficie degli habitat;
  • può determinare la riduzione delle popolazioni delle specie animali o vegetali;
  • può determinare la riduzione della biodiversità del sito.


Gli indicatori, proposti per la valutazione della significatività dell'incidenza ambientale, sono elencati nella Tabella Q, sempre dell'Allegato B, e corrispondono ai seguenti:

  • perdita di superfici di habitat (%);
  • frammentazione di habitat;
  • perturbazione di habitat e specie;
  • riduzione della densità di popolazione animali e vegetali d'interesse comunitario;
  • livello di rarità dell'habitat o della specie animale o vegetale interessata;
  • riduzione del livello di biodiversità complessiva del sito;
  • trasformazione degli elementi naturali;
  • modifica della struttura e Perdita di funzionalità del sito.


Le informazioni di base, che saranno utilizzate per lo sviluppo della VIncA, sono contenute nel QCD nei Profili Tematici afferenti agli Ecosistemi.


I siti della Rete Natura 2000 nel territorio della città metropolitana
La Rete Natura 2000 è formata dall'insieme dei territori sottoposti a particolare protezione, distinti come Siti d'Importanza Comunitaria (SIC) o, a seguito di ulteriore riconoscimento, come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), di cui alla Direttiva Habitat 92/43/CEE, e come Zone di Protezione Speciale (ZPS), di cui alla Direttiva Uccelli 79/409/CEE, ora sostituita dalla Direttiva 2009/147. Si evidenzia che il riconoscimento come ZSC dei SIC presenti in Emilia-Romagna è avvenuto con due Decreti Ministeriali datati 13.3.2019, entrambi pubblicati sulla GU n. 79 del 3.4.2019.
Nel territorio della città metropolitana di Bologna ricadono, interamente o in parte, le ZSC e le ZPS riportate nelle sottostanti tabelle; si segnala anche l'Ente Gestore.

 

 
 

I siti della Rete Natura 2000 nel territorio della città metropolitana

Tipo
Codice
Denominazione
Ente gestore
ZSC-ZPS
IT4050001
Gessi Bolognesi, Calanchi dell'Abbadessa
EGPB Emilia Orientale e RER
ZSC-ZPS
IT4050002
Corno alle Scale
EGPB Emilia Orientale
ZSC
IT4050003
Monte Sole
EGPB Emilia Orientale e RER
ZSC
IT4050004
Bosco della Frattona
EGPB Romagna
ZSC
IT4050011
Media Valle del Sillaro
RER
ZSC-ZPS
IT4050012
Contrafforte Pliocenico
EGPB Emilia Orientale e RER
ZSC-ZPS
IT4050013
Monte Vigese
RER
ZSC-ZPS
IT4050014
Monte Radicchio, Rupe di Calvenzano
RER
ZSC
IT4050015
La Martina, Monte Gurlano
RER
ZSC
IT4050016
Abbazia di Monteveglio
EGPB Emilia Orientale
ZSC
IT4050018
Golena San Vitale e Golena del Lippo
Comuni di Bologna, Calderara di Reno, Castel Maggiore e RER
ZSC
IT4050019
La Bora
RER
ZSC
IT4050020
Laghi di Suviana e Brasimone
EGPB Emilia Orientale
ZSC-ZPS
IT4050022
Biotopi e ripristini ambientali di Medicina e Molinella
RER
ZSC-ZPS
IT4050023
Biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio
RER
ZSC-ZPS
IT4050024
Biotopi e ripristini ambientali di Bentivoglio, San Pietro in Casale, Malalbergo e Baricella
Comune di Bentivoglio e RER
ZPS
IT4050025
Biotopi e ripristini ambientali di Crevalcore
Comune di Crevalcore e RER
ZPS
IT4050026
Bacini ex zuccherificio di Argelato e Golena del Fiume Reno
RER
ZSC
IT4050027
Gessi di Monte Rocca, Monte Capra e Tizzano
RER
ZSC
IT4050028
Grotte e sorgenti pietrificanti di Labante
RER
ZPS
IT4050030
Cassa di espansione di Dosolo
Comune di sala Bolognese e RER
ZSC-ZPS
IT4050031
Cassa di espansione del Torrente Samoggia
RER
ZSC-ZPS
IT4050032
Monte dei Cucchi, Pian di Balestra
RER
 
 

Siti della Rete Natura 2000 ricadenti in parte nel territorio della città metropolitana di Bologna

Tipo
Codice
Denominazione
Ente gestore
ZSC-ZPS
IT4040009
Menzolino
RER
ZSC-ZPS
IT4040010
Torrazzuolo
Comune di Nonantola
ZSC-ZPS
IT4060001
Valli di Argenta
EGPB delta del po e RER
ZSC
IT4060009
Bosco di Sant'Agostino e Panfilia
Comune di Pieve di Cento e Comune di Galliera e RER
ZPS
IT4060017
Po di primario e Bacini di Traghetto
RER
ZSC-ZPS
IT4070011
Vena del Gesso Romagnola
EGPB Romagna
ZSC
IT4070017
Alto Senio
EGPB Romagna
ZPS
IT4070023
Bacini di Massa Lombarda
RER
ZSC
IT4070025
Calanchi Pliocenici dell'Appennino faentino
EGPB Romagna
 
 

In aggiunta, si terrà conto dei seguenti altri siti appartenenti alla Rete Natura 2000, ricadenti in territorio della Regione Toscana, perché una parte del perimetro che delimita gli stessi si attesta lungo il confine con la Città metropolitana di Bologna:

  • ZSC – IT513006 M. Spigolino M. Gennaro (EG Regione Toscana);
  • ZSC IT5130009 Tre Limente e Reno (EG CC Forestali di Pistoria e Regione Toscana)
  • ZSC - IT5140001 Passo della Raticosa (EG Regione Toscana);
  • ZSC – IT5150003 Appennino pratese (EG Regione Toscana).


La valutazione sulle possibili incidenze negative indirette sui siti della Rete Natura 2000 prenderà in considerazione anche le Aree di collegamento ecologico di livello regionale (art. 12 L.R. 17.2.2005, n. 6), che fanno parte della Rete Ecologica Regionale (art. 2 L.R. 6/2005), presenti nel territorio oggetto di pianificazione.


I contenuti del documento per la VIncA
Per quanto attiene alla redazione dello Studio di Incidenza (documento di screening o di valutazione appropriata), ai fini del l’impostazione dello stesso si assumono, quali riferimenti generali, quelli normativi nazionali e regionali, già richiamati in un precedente punto del presente documento.
In termini generali saranno presi in considerazione e descritti i seguenti aspetti, con relativa articolazione della struttura del documento:

  • inquadramento normativo e procedurale di VIncA;
  • illustrazione dei contenuti del PTM e del contesto ambientale in cui s’inserisce il Piano, con attenzione alle reti ecologiche;
  • descrizione sintetica delle ZSC o ZPS, sulla base dei dati ufficiali riportati nelle schede del Formulario standard, con particolare riferimento agli habitat e alle specie d’interesse europeo elencate e alle pressioni e attività di possibile impatto individuate; richiamo alle misure di conservazione generali e sito specifiche e/o agli obiettivi di conservazione e ai fattori con effetto negativo, come individuati nei Piani di gestione dei siti;
  • valutazione della relazione tra obiettivi di conservazione e obiettivi del Piano;
  • verifica della relazione tra i possibili effetti diretti e/o indiretti delle azioni del Piano e i fattori di pressione e di possibile impatto, questi ultimi come già individuati nei Formulari standard e nei Piani di gestione dei siti;
  • verifica della relazione con la rete ecologica; considerazioni conclusive.