Una prima analisi del fenomeno del consumo di suolo nel territorio metropolitano è stata svolta dalla Città metropolitana in occasione del Bilancio di attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale nel 2012, con l’obiettivo di definire le caratteristiche qualitative e quantitative del fenomeno della dispersione insediativa a livello territoriale e di realizzare un sistema informativo per valutare innanzitutto tenore e ritmi delle dinamiche insediative degli ultimi anni e quindi l’incidenza della dispersione nella trasformazione degli assetti territoriali del territorio bolognese.
Ciò che è emerso dall’analisi è che la superficie occupata complessivamente dai centri urbani nel periodo compreso tra il 1955 e il 1980 si è moltiplicata di ben quattro volte, passando da 2500 a 10.400 ettari, mentre nel ventennio successivo, dal 1980 al 2000, tale superficie ha avuto un incremento pari "solo" al doppio della sua consistenza, da 10.400 a 21.100 ettari. Ragionando sui valori assoluti della crescita negli stessi periodi è, però, possibile constatare che il consumo di suolo tra il 1980 e il 2000, complessivamente 10.700 ettari, è stato maggiore del precedente periodo, pari a 7.900 ettari.
I dati relativi al periodo tra il 2000 e il 2010 evidenziano una sostanziale diminuzione della velocità con la quale il suolo viene consumato cui corrisponde un decremento in valore assoluto, 2300 ettari consumati complessivamente nel periodo.
Aggregando le informazioni per ambiti territoriali (sistema della via Emilia, collina-montagna, pianura nord), lo studio ha evidenziato differenti indici di crescita con differenti effetti sul suolo urbanizzato nel periodo compreso tra il 1955 ed il 2010: nei comuni appartenenti al sistema della via Emilia il suolo urbanizzato è passato da 1.800 a 11.400 ettari, con un incremento di 6,4 volte; nei comuni della pianura nord si è passati da 500 a 7.400 ettari, con un incremento di 15 volte; nei comuni collinari e montani il suolo urbanizzato è passato da 200 a 4.600 kmq, con un incremento di 23 volte.
Il suolo urbanizzato relativo all’intera Città metropolitana è passato da 2.500 a 23.400 ettari, con un incremento di 9,4 volte.
Dal 2012 ad oggi il riferimento assunto per le analisi sul consumo di suolo è iI rapporto annuale di ISPRA, che ci permette di fare un’indagine più completa e dettagliata del fenomeno e di confrontare le dinamiche registrate nel nostro territorio con quelle di altre realtà nazionali. I dati ISPRA restituiscono l’immagine di un territorio metropolitano in cui, dal 2012 ad oggi, il suolo consumato è passato da 33.878 ettari a 34.493 ettari. Sono stati quindi "consumati" 615 ettari di suolo (il dato non comprende il consumo di suolo cosiddetto "reversibile", ossia cantieri, cave, ecc), di cui circa la metà (279 ettari) solo nell’ultimo biennio.
Si assiste quindi ad un ridimensionamento del fenomeno rispetto ai decenni precedenti. I dati che ISPRA fornisce non permettono tuttavia di dimostrare che sia in atto una significativa inversione di tendenza rispetto al passato, allontanando, nelle attuali condizioni, l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo al 2050 ipotizzato dalla Direttiva europea e dalla Legge Regionale n. 24/2017.
Fonti delle informazioni
Dati disponibili
Bilancio del PTCP, rapporti ISPRA, carte dell’uso del suolo regionale e banca dati sulla localizzazione delle imprese
Integrazioni previste
La Città metropolitana di Bologna provvede al monitoraggio del consumo di suolo, sulla base delle fonti informative più recenti.