Contesto del Piano Territoriale Metropolitano
 
 

6.1 Rischio idraulico

 
Stralcio della mappa interattiva di pericolosità - corsi d'acqua naturali (fonte: Regione Emilia-Romagna).

Stralcio della mappa interattiva di pericolosità - corsi d'acqua naturali (fonte: Regione Emilia-Romagna).

 
 
 
Schema di utilizzo delle perimetrazioni PSAI Reno nelle mappe della pericolosità del PGRA (fonte: AdB Reno)

Schema di utilizzo delle perimetrazioni PSAI Reno nelle mappe della pericolosità del PGRA (fonte: AdB Reno)

 
 

Quadro informativo

La base conoscitiva sul rischio idraulico è costituita dagli studi idrologici ed idraulici, dai rilievi topografici, dalle analisi morfologiche e storiche e dalle conseguenti perimetrazioni delle aree inondabili. Nei tratti montani e collinari le aree inondabili sono individuate dall'incrocio del livello di piena con l'altimetria del terreno, e la pericolosità idraulica è fortemente connessa alla capacità di deflusso degli alvei attivi. In pianura è necessario valutare i volumi di esondazione e individuare le celle idrauliche, ossia gli elementi di territorio idraulicamente separati da rilevati e dossi, e la pericolosità idraulica è fondamentalmente legata alla possibilità di sormonto arginale. La Città metropolitana ricade quasi interamente nel bacino idrografico del Reno (sotto-bacini Idice-Savena Vivo, Navile-Savena Abbandonato, Santerno, Senio e Sillaro), ad eccezione di alcuni settori del territorio montano (Lizzano in Belvedere, Castel d'Aiano e Valsamoggia) e di pianura (Valsamoggia, Sant'Agata Bolognese; San Giovanni in Persiceto e Crevalcore). L'intero territorio oggi ricade nell'ambito di competenza dell'Autorità di Bacino del Po.

 

Fonti delle informazioni
Dati disponibili
Il PTCP vigente ha recepito i contenuti conoscitivi e normativi del Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (PSAI) predisposto dall'Autorità di Bacino interregionale del Reno, sviluppato in quattro stralci per sotto-bacino, approvati fra il 1999 e il 2004 (con un aggiornamento nel 2007 sul Torrente Samoggia).
La Direttiva 2007/60/CE e il successivo D.Lgs 49/2010 di recepimento hanno previsto la redazione dei Piani di Gestione del rischio di alluvioni (PGRA) riferiti ai distretti idrografici e di competenza delle Autorità di bacino. La Città metropolitana risulta compresa nel PGRA elaborato per il Distretto Idrografico dell'Appennino Settentrionale (corrispondente al territorio di pertinenza dell'ADB Reno) e in parte nel PGRA per il Distretto Idrografico Padano (corrispondente al territorio di pertinenza dell'ADB Po) entrambi approvati il 3 marzo 2016.
La Regione Emilia-Romagna ha predisposto le mappe di pericolosità e rischio del proprio territorio, con riferimento a tre tipologie di inondazioni, generate:

  • dai corsi d'acqua naturali (denominato nel PGRA "ambito Corsi d'acqua Naturali"
  • dal reticolo secondario di pianura (denominato nel PGRA "ambito Reticolo di Bonifica")
  • dal mare (denominato nel PGRA "ambito Costa", non interessante la Città metropolitana di Bologna).

 

Il PGRA definisce gli obiettivi e un elenco delle misure necessarie per la riduzione della pericolosità e vulnerabilità degli elementi esposti a rischio, per la riduzione dei danni attesi in caso di eventi calamitosi e per il mantenimento e miglioramento dei sistemi idrografici.
L'entrata in vigore del DM 25 ottobre 2016 ha soppresso le autorità di bacino nazionali, interregionali e regionali, sostituite da autorità di bacino distrettuali. Dal 17 febbraio 2017, l'ADB Reno è confluita nell'ADB distrettuale del Fiume Po. L'ADB Reno ha proceduto alla redazione della Variante ai Piani Stralcio del bacino idrografico del Fiume Reno, finalizzata al coordinamento con il PGRA, attraverso un aggiornamento cartografico e normativo, approvata dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 2111 del 4 dicembre 2016.

Integrazioni previste.
Si prevede un aggiornamento dei temi idrologici che andranno a interessare la redazione del quadro conoscitivo del PTM e in particolare:

  • l'assetto della rete idrografica naturale con riferimento alle fasce di pertinenza fluviale e problematiche generali di ordine idrologico ed idraulico;
  • la predisposizione di un catasto degli eventi ai fini di una migliore identificazione delle condizioni di pericolosità nelle aree a rischio (allagamenti, inondazioni e rotte d'argine);
  • la restituzione di ulteriori elementi conoscitivi necessari per l'elaborazione degli studi idraulici locali, come ad esempio dati sui tiranti idraulici di riferimento per il territorio della Città Metropolitana, validati dall'ADB distrettuale del Po (non ancora disponibili nel PGRA vigente).