Assunto il Piano Territoriale Metropolitano

Tesoretto di 10 milioni all'anno per riqualificare il territorio Merola: "Si apre una nuova stagione urbanistica sostenibile e attenta ai territori più deboli"

Assunto il Piano Territoriale Metropolitano
 

Con l’assunzione della proposta di Piano Territoriale Metropolitano, firmata il 15 luglio dal sindaco metropolitano Virginio Merola, la Città metropolitana si appresta a completare il percorso di formazione del nuovo strumento di pianificazione metropolitana, una delle più significative innovazioni della nuova legge urbanistica regionale, che sostituirà il vecchio piano provinciale (PTCP).

Nei prossimi mesi verranno raccolte osservazioni e considerazioni di enti territoriali, portatori di interesse, cittadini e associazioni, relative alla proposta di Piano (che verrà anche presentato in un’iniziativa pubblica).

Il Piano adottato, modificato a seguito delle osservazioni, proposte e contributi, verrà poi trasmesso il prossimo febbraio al Comitato Urbanistico Regionale (CUR) per l’espressione del parere di competenza per arrivare poi all’approvazione definitiva a marzo 2021. 

 

Nella proposta di Piano sono contenuti elementi che rappresentano una svolta importante. Per la prima volta a livello nazionale infatti gli oneri di urbanizzazione non rimarranno solo alle amministrazioni comunali: il 50% degli oneri urbanistici di tutti i Comuni, e in particolare dei Comuni dove saranno permesse le nuove urbanizzazioni (sia per insediamenti di imprese che residenziali), andranno nel nuovo fondo perequativo metropolitano. Un “tesoretto”, stimato in almeno 10 milioni di euro all’anno, con il quale si finanzieranno interventi di rigenerazione urbana e ambientale, di sviluppo turistico e economico, di infrastrutture per la mobilità sostenibile. Tutto a sostegno dei Comuni più fragili sotto il profilo demografico e dei servizi e meno “attrattivi” per le imprese, cioè quelli di montagna e della pianura più periferica.

 

Il PTM si pone come uno strumento alleato della ripartenza per due motivi.

  1. Fonda le basi del futuro metropolitano sulla salute delle persone attraverso la preservazione delle risorse ambientali principali: suolo, aria, acqua.
  2. Definisce strategie per l’attrazione di investimenti economici e produttivi, collocati in modo sostenibile sotto il profilo della mobilità e delle risorse ambientali.

 

La proposta di Piano ribadisce e rafforza i contenuti già presenti nel documento degli obiettivi strategici approvato dal Consiglio metropolitano a febbraio 2020, ponendosi come uno strumento chiamato a governare il territorio e a garantire la tutela dei servizi ecosistemici, promuovere la rigenerazione urbana, contrarre il consumo di suolo e ridistribuire le risorse su tutto il territorio metropolitano, a salvaguardia delle specificità locali e a contrasto delle fragilità.

 

La consultazione e il percorso partecipativo

L’assunzione della proposta del PTM sottoscritta dal sindaco metropolitano Merola è stato preceduto da una fase di consultazione del territorio, in collaborazione con la Fondazione Innovazione, con approfondite interviste ai 55 sindaci e a quasi 250 Consiglieri comunali e con la raccolta dei contributi degli Enti e soggetti competenti in materia ambientale.

Temi centrali emersi dal confronto sono: la richiesta di assicurare maggiore sicurezza territoriale e sostenibilità ambientale, la necessità di un Piano equo da costruire a partire dal riconoscimento delle peculiarità dei singoli territori e tale da generare un miglioramento della condizione complessiva della vita urbana e metropolitana, agendo in particolare sulla rigenerazione e riqualificazione del patrimonio metropolitano e delle aree rurali. 

 

Le cinque sfide multi-obiettivo

Grazie al percorso di partecipazione è stato possibile affinare gli obiettivi strategici della fase di avvio declinandoli in cinque sfide multi-obiettivo:

  1. Tutelare il suolo: contrastare la dispersione urbana e il consumo di suolo, per difendere la produzione agricola e per salvaguardare gli ecosistemi naturali, il piano dice stop all’uso improprio di terreno fertile per usi che contrastano l’agricoltura.
  2. Garantire sicurezza: mettere in sicurezza il territorio e le persone contro gli effetti della crisi climatica. Esondazioni, terremoti e frane sono eventi da prevenire con una pianificazione attenta in modo da evitare le emergenze degli ultimi anni.
  3. Assicurare inclusione e vivibilità: contrastare le fragilità sociali, economiche e demografiche, innescando e orientando processi di rigenerazione del territorio urbanizzato, qualificando i servizi di welfare con particolare attenzione ai territori fragili. Per questo proposito il PTM assume la mobilità sostenibile e il ruolo dei centri abitati come criteri fondanti per l’ammissibilità dei nuovi insediamenti residenziali, dell’insediamento di funzioni ad alta attrattività, del potenziamento degli ambiti produttivi sovracomunali, della realizzazione di nuove dotazioni metropolitane.
  4. Attrarre investimenti sostenibili: promuovere l'attrattività e l’accessibilità, rafforzando e qualificando in chiave sostenibile reti e nodi metropolitani. Sono stati individuati 32 ambiti produttivi di rilievo sovracomunale (di cui 4 grandi HUB metropolitani: Martignone, Castel San Pietro, Altedo, Imola) nei quali concentrare politiche per l’attrazione di nuovi investimenti per il lavoro e l’impresa.
  5. Appennino, via Emilia e pianura: un solo territorio: qui c’è forse la vera nuova anima del PTM. Per la prima volta nel territorio nazionale, si è voluto costruire uno strumento finanziario che non lasci indietro nessun Comune e nessun cittadino. Se infatti è vero che per la sostenibilità ambientale e le regole del mercato globale non è più possibile costruire ovunque, deve essere altrettanto vero che le risorse che derivano dall’urbanistica devono andare anche verso i territori più deboli: la montagna e la pianura più periferica.